|
6. UN SOUNDSTAGE COERENTE
Molti recensori ed audiofili, spesso parlano di strumenti e voci che, quando riprodotti, devono trovarsi in un preciso "punto nello spazio" (con tanto di coordinate…), all'interno della "scena tridimensionale". Questa visione non ha riscontri nella realtà dell'ascolto della musica dal vivo non amplificata, né tanto meno con le tecniche di ripresa delle registrazioni. Si tratta, quindi, di pura fantasia.
Ascoltando, infatti, il suono emesso da un violino posto all'interno di una sala da concerto, si nota sempre che questo suono:
"non è un puntino nello spazio, bensì un suono ampio e diffuso in tutte le direzioni, la cui sorgente è, però, localizzabile".
Ne consegue che anche nella fase di riproduzione, il suono del violino, se registrato con microfoni posti in ambiente e non sullo stesso strumento, non potrà mai essere un "puntino nello spazio", bensì un suono ampio, diffuso nelle tre dimensioni, svincolato dai diffusori acustici, ma localizzabile all'interno della tridimensionale scena sonora.
I tradizionali cavi elettrici, audio ed HI-END, anche brevettati e carissimi, distorcono sempre la coerenza di fase, fino al punto da creare letteralmente dal nulla, informazioni sonore non contenute nel segnale audio registrato.
Tra i diversi esempi, si cita la tridimensionalità della scena sonora, nelle registrazioni multi-microfoniche... A primo impatto, sembrerebbe una caratteristica positiva. A ben osservare e riflettere, però, se la coerenza di fase originaria del segnale audio, con tutto il suo sottoinsieme, fornisce una tipologia bidimensionale della scena sonora, perché gradire una falsa
|
|